giovedì 31 dicembre 2009
Buon Anno e Buona Pazienza
lunedì 28 dicembre 2009
Incontri ravvicinati del primo tipo (il migliore) n.2
mercoledì 23 dicembre 2009
Natale! Oh my god!
lunedì 21 dicembre 2009
Reati dei giorni nostri

mercoledì 16 dicembre 2009
Specie autoctone
giovedì 10 dicembre 2009
Incontri ravvicinati del primo tipo (il migliore) n.1
mercoledì 2 dicembre 2009
Grandi o grossi?
domenica 29 novembre 2009
Feste private
domenica 22 novembre 2009
Nuvole
sabato 14 novembre 2009
Perché i veri tesori dell'uomo sono inutili?
Mi fermo qui. Tutta questa analisi è interessante e proficua. Io che collezionista lo sono, da quando ho memoria di me (non d'arte ovviamente); io che dalle "cose" spesso mi faccio rapire, in parte mi ritrovo in tutte queste considerazioni e le condivido. Io credo che siano un incoraggiamento a fare una bella catasta delle cose (di cui ogni giorno ci attorniamo, senza forse nemmeno capire bene perché, visto che la componente feticista, ovvero malata, ci obnubila la mente) e appiccare il fuoco.
sabato 7 novembre 2009
Guido (ultima parte)
mercoledì 4 novembre 2009
Vizi capitali n.7: Avarizia
Credo che nessuno abbia saputo aiutarmi nel confronto con le cose meglio di Georges Perec, che attraverso libri quali "Le cose", "La vita istruzioni per l'uso" e quindi "L'uomo che dorme" ha sottoposto al lettore un trittico analitico, quasi psichiatrico sul mutare dello stato d'animo verso le cose.
martedì 27 ottobre 2009
Intensità. Intensità?
Fra alcuni giorni parto per Lucca Comics & Games 2009 , sicuramente l'evento più importante per chi ama i fumetti e una tappa d'obbligo per chi presiede un'Associazione come ARTeFUMETTO. Il dilemma è: da tanto baccano riuscirò a portare a casa veramente qualcosa di buono? Qualcosa che resti intendo, qualcosa che mi renda consapevole di non aver sprecato il mio tempo. In attesa, spero.
domenica 25 ottobre 2009
Constatazioni amichevoli
venerdì 23 ottobre 2009
Guido (parte terza)

lunedì 19 ottobre 2009
giovedì 15 ottobre 2009
Ho anche studiato...
Vizi capitali n.5: Lussuria
mercoledì 14 ottobre 2009
In direzione ostinata ma non necessariamente contraria
Credo che ci siano persone che veramente non capiscono le cose. Queste meritano comunque rispetto, perché sono persone, con stati d'animo e condizioni di vita che non conosciamo a fondo. Non sappiamo ad esempio cosa le ha portate ad essere così. Risulterebbe inoltre complesso amplificare la ricerca, perché il vuoto fa anche paura. Ci sono quindi scelte conseguenti che appaiono strane, strumentali forse, ma dovute, perché il silenzio a volte serve di più che le parole e il distacco più di comprensioni viziate. A volte bisogna dire basta.
C'é una vignetta di Andrea Pazienza, fatta non mi ricordo per che rivista dell'epoca, che vede un uomo in cappello a cilindro e bastone, ma forse non è neppure un uomo, è una specie di anatra grassa sapiente e vicino c'è un bambino. L'essere indica al bambino alcune cose attorno a sé chiamandole per nome: "Stella", "Fiore", "Notte"... Poi porge la mano al bimbo e gli dice: "Tienimi stretta la mano, figliolo, mi sento le gambe molli...". Ecco credo che ci siano persone che questa vignetta non la capiranno mai. Implicitamente dico, parafrasando l'autore della stessa...Pazienza!!!
domenica 11 ottobre 2009
Guido (parte seconda)
Vizi capitali n.4: Accidia
venerdì 2 ottobre 2009
Guido
L'effetto è sinistro (parte prima)
… intreccia dialoghi muti, tenta di costruirsi una morale
che gli consenta di restare zitto il più a lungo possibile.
Ma potrà mai sfuggire all’universo del linguaggio
che pervade tutto il dentro e tutto il fuori di se stesso?
Italo Calvino, Palomar, 1983
martedì 29 settembre 2009
Vizi capitali n.3: Superbia
Se superbia può identificarsi come un atteggiamento manifesto di superiorità espresso verso gli altri o qualcosa, io penso di credermi superiore allorché guardo con assoluta indifferenza il 90% delle opere di cosidetta arte contemporanea esposte in giro per il mondo.
La mia superbia sta tutta nell'aver giudicato in ogni occasione cento milioni di miliardi di volte migliore ogni opera di Piero della Francesca io abbia avuto modo di aver visto nella mia vita di visitatore assiduo di musei, rispetto qualunque della miriade di installazioni, performance, video (e chi ne ha più ne metta) mi sia stata proposta.
La tragedia è che non penso in quei casi nemmeno un minuto ai miei limiti, ma riesco a vedere soltanto i limiti degli altri.
Appare tutte le sere sulla GAM di Torino la scritta luminosa: "ALL ART HAS BEEN CONTEMPORARY" (Tutta l'arte è stata contemporanea), opera di Maurizio Nannucci che ha scovato, pur nella banalità della cosa, un'espressione calzante. Ma ciò non esclude il giudizio. Mi è stato più volte ripetuto che la gente andrebbe educata all'arte contemporanea, affinché possa fruirla meglio, oppure possa assimilarne i contenuti. Io credo che tale ostinato processo di educazione risulti il limite più grande di quest'arte "dell'epoca nostra", poiché non credo che il rapporto con l'opera d'arte si costituisca di codici assimilabili, ma soprattutto di condivisione emotiva tra fruitore e oggetto. Ne va della libertà del giudizio. Ne va della serenità dell'espressione di un pensiero. Solo il giudizio che non si crede giudicato è veramente tale, credo.
E poi. Se l'artista di oggi può permettersi di guardare qualcosa, di sceglierlo, dandogli un significato e a qualcuno ciò appare abbastanza, bene anch'io l'ho fatto cento, mille volte. Ho ad esempio camminato nel bosco, visto un segno rosso su un albero e un seghetto a terra. Ho preso quel seghetto e appeso ad un ramo. Il segno rosso e il seghetto uno accanto all'altro hanno creato un qualcosa che mi stimolava un senso di morbosità, di qualcosa di malato: richiamavano un'atrocità commessa senza che io sapessi quale. Nel fotografare la cosa, sono stato artista o sono stato semplicemente uomo curioso con le sue paure recondite??

La mia superbia è un dono a volte, che ringrazio di avere.
domenica 27 settembre 2009
Cinema per me
Che dire, spero vi piaccia, salvo avvertirvi che nel corso del tempo, guardare i film al cinema o specialmente in televisione, mi da sempre più la sensazione di essere passivo rispetto qualcosa. Non riesco così mai a lasciarmi andare completamente. Spesso i film sono diventati perlopiù stimoli al "fare" che a volte ne consegue.
Buona lettura...!
CINEMA PER ME
Nella mia città vi erano tre “luoghi” per il cinema.
Uno era il “cinema vecchio”: un teatro adattato, dove si proiettavano perlopiù le novità o i titoli di cassetta. Era prerogativa degli adulti o dei bambini accompagnati, enorme, con il palco ligneo, i tendaggi del sipario ancora visibili e delle poltroncine alquanto scomode.
Vi era poi il “cinema nuovo” sede di quelli che ora chiamano b-movie, ma che al tempo costituiva la meta privilegiata dagli adolescenti. Lo ricordo per le sedute in legno, comode per allora, tanto da riuscire a stendere le gambe, poggiare le ginocchia sullo schienale davanti e poi con il piede far cigolare il sedile a bilancino, scatenando così l’ira degli spettatori più esigenti.
C’era infine il “cinema-oratorio”, con le file schiacciate l’una sull’altra, la sala lunga come un corridoio, la galleria già allora inagibile. Nel 1975 avevo sette anni e nel “corridoio” andavo per vedere film come Godzilla contro qualcosa oppure Tarzan. Mi ricordo Pomi d’ottone e manici di scopa e la scena con le armature e i vestiti che volavano, sorretti dalla magia della protagonista. Che impressione! A quei tempi al cinema ci andavamo soprattutto per la liquirizia, non quella amara, ma quella dolce a rotella, che allo spettacolo della domenica, di pomeriggio, magari ci facevi l’indigestione e il lunedì saltavi la scuola.
Nel cinema vecchio ho visto con i genitori l’ennesimo passaggio di Via col vento: in galleria, seduto in un angolo, senza fiato per quante ore non saprei, forse dieci. Una volta, i gestori avevano dimenticato nella bacheca, durante la chiusura estiva, un manifesto. C’erano gli elicotteri e un tramonto infuocato: era Apocalipse Now, quello con la musica dei Doors. Quel film l’ho desiderato e immaginato per un’estate, ma visto soltanto molti anni dopo: “è un fim per grandi”, diceva mio padre.
Alla pari il cinema nuovo era la mia croce e delizia. Vi ho visto, negli anni “classici” come Il bisbetico domato con Adriano Celentano. Ricordo il manifesto con Ornella Muti distesa su di un letto trainato da un trattore: era BELLISSIMA! Oppure il mitico Il tempo delle mele, che, allo spettacolo delle 15.00, di domenica, la sala era così piena, che io stavo in piedi nel bagno, con la testa fuori a intuire quello che potevo. La cotta per Sophie Marceau fu inevitabile, ma d'altronde si era ormai adolescenti.
Ricordo invece che l’ingresso al cinema nuovo era parecchio arretrato rispetto il marciapiede del passeggio e quindi una bacheca, isolata, anticipava i film ai passanti. Il fine settimana davano sempre un film “importante”, ma nelle altre giornate c’erano i “vietato ai minori”, non dico i mitici con la scritta “diciotto”, ma anche quelli meno compromettenti, per i quali da quattordicenne eri già in terra di salvezza. Ai bambini non restava che guardare da fuori, scrutare il più possibile dietro quei rettangoli e quelle stelle che coprivano là dove l’occhio sperava invece di soffermarsi. Con gli amici ci si vergognava a stare immobili di fronte alla bacheca, sotto gli occhi di tutti, e così eccoci a fare cinque o dieci “su e giù”, girando l’occhio al volo e ricordando poi tra noi il possibile, con mezzi sorrisi e parole audaci. Ci pensavamo anche a casa a quelle masse rosa, virate giallo, ombreggiate di blu e marrone. Quei disegni erano il nostro primo interrogarci sull’erotismo. Ma c’erano in quegli anni e in quella bacheca anche immagini e parole violente che restavano in testa e turbavano anche. E le pistole, il sangue erano merce rara per noi alla pari del sesso.
In quegli anni andavo a vedere nel cinema nuovo qualche film di Walt Disney, tipo Nanù, il ragazzo della giungla, mi pare, il pomeriggio del sabato. Ricordo però che durante quelle poche frequentazioni, quando calava il buio mi guardavo attorno e immaginavo la sala piena di adulti, a come doveva essere uno spettacolo per grandi. Ripensavo al potere di quella donna, la bigliettaia, là in ingresso, che come un cane da guardia riconosceva e approvava solo l’umanità con una età maggiore a qualcosa.
Ai più sono bastati pochi anni per dimenticare tutto. Sono cambiate molte cose e il cinema vecchio ha lasciato posto ad un condominio; il cinema-oratorio è stato soppresso e trasformato in nuovo spazio per l’aggregazione giovanile. Il cinema nuovo è oggi una sala per il gioco del bingo.
Nuovi luoghi sono nati: il cinema teatro, il cinema-multisala. E non sono la stessa cosa. Nessuno mi convincerà di questo. I manifesti sono appesi quasi sempre dentro le sale e i film cambiano con la frequenza di un battito di ciglia, destinati rapidamente dal fasto della proiezione al dimenticatoio.
Io però non dimentico, non credo di esserne capace. Quando ripenso ai vecchi edifici, quando vedo dei manifesti dipinti, quando li incontro tra le bancarelle di qualche mercatino dell’antiquariato, ricordo tutto perfettamente. E quei segnali sono timbri stampati nella mente che mi parlano di cos’era andare al cinema per noi bambini, di tutti i film che ho visto senza vederli, magari soltanto immaginandoli.
E' il mio racconto più sintetico, uno dei primi che ho scelto tra quelli scritti. E' stato anche selezionato nel 2005 dalla giuria di un Concorso promosso ad accompagnamento di una mostra di vecchi manifesti di cinema allestita a Grado in quell'anno. Nella giuria vi erano tra gli altri Giorgio Pressburger e Francesco Tullio Altan, due persone che stimo molto.
Bene. Dopo la lettura, un pò di gioco con la classifica. TOP 20: cinema!
1) La grande guerra, Mario Monicelli, 1959
2) Quarto potere, Orson Wellws, 1941;
3) Fahrenheit 451, Francois Truffaut;
4) Ecce Bombo, Nanni Moretti, 1978 (a pari merito con l'episodio In vespa tratto da Caro diario dello stesso Moretti). Nella foto qui sotto sono con Nanni a Pordenone nel 2002 in occasione dello spettacolo teatrale di "Caro diario";

6) Harry ti presento Sally, Rob Reiner, 1989;
7) Sabrina, Billy Wilder, 1954;
8) Il disprezzo, Jean Luc Godard, 1963 (a pari merito con A Bout de Souffle, dello stesso Godard, 1960);
9) La città incantata, Hayao Miyazaki, 2001 (la foto sotto l'ho scattata a Venezia nel 2008);
venerdì 25 settembre 2009
Vizi capitali n.2: Ira
Fumetti

Jessica Abel, Artbabe;
Andrea Pazienza, Pompeo;
Tiziano Sclavi, Giorgio Cavazzano, Altai & Jonson;
Terry Moore, Strangers in Paradise;
Vanna Vinci, Aida al confine (nella foto Vanna durante una visita a Trieste);
Hector G. Oesterheld, Solano Lopez, L’Eternauta;
Questa è letteratura e arte. Non abbiate timore è vera cultura!
ARTeFUMETTO
-Vanna Vinci – Percorsi presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone (ottobre 2002);
-Mario Bosdachin. Decoratore visionario presso la Libreria Tuttofumetto di Gorizia (maggio 2003);
-A tre passi dal fumetto. Alessandro Baronciani, Matteo Alemanno, Andrea “Lupo” Tonsig: giovani autori del fumetto italiano presso la Libreria Equilibri di Gorizia (maggio 2003);
-Icone parlanti: il linguaggio del fumetto. Opere di Giorgio Cavazzano e Vittorio Giardino presso Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone (settembre-ottobre 2003);
-La Trieste di Vanna Vinci (Aida al confine), presso lo spazio espositivo del Centro commerciale “Il Giulia” di Trieste (novembre 2003);
-Walter Chendi. Vedrò Singapore? presso la Libreria Equilibri di Gorizia (ottobre 2004);
-Miela Reina, Nicoletta Costa, Sara Not. Credi sempre ai luoghi comuni? presso Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone (novembre 2004);
-Andrea Pazienza. Segni e memorie per una Rockstar presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone (marzo-aprile 2005);
-Andrea Bruno. Disegni presso la Libreria Equilibri di Gorizia (novembre-dicembre 2005);
-Mabel Morri. Hai mai notato la forma delle mele? presso la Sala Comunale Antiche Mura di Monfalcone (marzo 2006);
-Keiko Ichiguchi. 1945 – La parola scritta sul volantino è “LIBERTA’ presso la Sala Comunale Antiche Mura di Monfalcone (settembre 2006);
-GIPI. La “vita” tra le pagine presso Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone (settembre-ottobre 2007);
-Giuseppe Palumbo. La vertigine è d’autore, presso Pinacoteca Spazio d’arte “Ciro di Pers” di Majano (UD) (maggio-giugno 2009).
Eventi/incontri:
-Incontri pubblici settimanali con Auagnamagnagna (Fabio Varnerin, Tonus, Mudokon), Gipi (Gian Alfonso Pacinotti), Marco Corona, Mario Alberti, Andrea Baricordi, Barbara Rossi, Stefano Tamiazzo, Matteo Alemanno, all’interno della Mostra del libro di Cormòns (GO), (novembre-dicembre 2003);
-Incontro con Luca Enoch e Mario Alberti, correlati all’esposizione Andrea Pazienza. Segni e memorie per una Rockstar presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone (aprile 2005);
-Incontro con Vittorio Giardino e Walter Chendi, correlati all’esposizione Andrea Pazienza. Segni e memorie per una Rockstar presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone (aprile 2005);
-Lettura scenica APAZ: omaggio ad Andrea Pazienza in collaborazione con il Laboratorio Teatrale Fare Teatro di Monfalcone, nel corso all’esposizione Andrea Pazienza. Segni e memorie per una Rockstar presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone (aprile 2005);
-Rappresentazione teatrale Nel segno di Paz, a cura di Teatro le ZeRBe e Teatro Ovunque di Genova, nel corso dell’esposizione Andrea Pazienza. Segni e memorie per una Rockstar presso Teatro comunale di Monfalcone (aprile 2005);
-Incontri didattici e Workshop di supporto al corso di fumetto con Emanuele Tenderini, Walter Chendi, Miriam Blasich, Luca Vergerio, Giacomo Pueroni, nel corso del MONFALCONE COMIX FESTIVAL/ 3/4 presso il Centro di aggregazione giovanile di Monfalcone (ottobre- novembre 2007);
-Incontro con Stefano Disegni, nel corso del MONFALCONE COMIX FESTIVAL/ 4/4 presso il Centro di aggregazione giovanile di Monfalcone (dicembre 2007);
-Incontro con Paolo Cossi, presentazione del volume Il grande male, edito da Hazard edizioni, nel corso del MONFALCONE COMIX FESTIVAL/ 4/4 presso il Centro di aggregazione giovanile di Monfalcone (gennaio 2008);
-Incontro con Stefano Ricci, presentazione della raccolta RADIORICCI presso il Centro di aggregazione giovanile di Monfalcone (maggio 2008);
Volumi/cataloghi:
-Icone parlanti: Giorgio Cavazzano, Vittorio Giardino, ARTeFUMETTO, Monfalcone, settembre 2003;
-Andrea Pazienza. Segni e memorie per una Rockstar, ARTeFUMETTO, Cormòns, marzo 2005, (presentato in anteprima al Salone del Fumetto di Lucca, edizione 2004);
-Gipi. La “vita” tra le pagine, ARTeFUMETTO, Bologna, settembre 2007;
-Ha editato i tre numeri della serie a fumetti, a pubblicazione annuale, ANJCE, scritta e disegnata da Miriam Blasich, Giacomo Pueroni e Luca Vergerio, (presentati al Salone del Fumetto di Lucca, 2005 2006-2007);
-Troglodita n.2. Vergine vertigine, ARTeFUMETTO, Udine, maggio 2009 (in collaborazione con Action 30).