lunedì 28 dicembre 2009

Incontri ravvicinati del primo tipo (il migliore) n.2

Il 10 settembre 2005 ero a Venezia per la consegna del Leone d'oro alla carriera ad Hayao Miyazaki alla 62. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Ebbi la fortuna di incontrare al mattino Miyazaki grazie ad una ragazza mai incontrata prima, che, con un mestiere da fan incallita, nella sala stampa, che allora, biglietto alla mano era ancora raggiungibile anche dal pubblico pagante (ora manco a pensarci, peggio della gestapo), mi prese in buone e mi spiegò dove sarebbe stato possibile farlo con facilità senza infastidire nessuno, tanto meno gli artisti e la sicurezza. Ci "appostammo" dietro una tenda e a fine conferenza stampa, sfruttando un passaggio obbligato degli artisti verso la sala dei rinfreschi, la ragazza tirò con facilità il tendaggio trovandosi Miyazaki davanti, che con fare divertito si diresse verso di noi per poi firmarci alcuni autografi. Insomma incredibile. Oggi probabilmente per fare lo stesso dovrei fare carriera politica, diventare presidente di qualcosa e farmi invitare a qualche festa, mentre nel 2005 (ovvero meno di cinque anni fa) mi bastò scambiare quattro parole con una ragazza della mia età. Il mondo e le cose sembravano davvero un pò più tranquille. Oggi la sensazione è quella di uno stato di guerra perenne, dovunque si vada e qualunque cosa si faccia e non è un bel vivere.
Comunque non è di Miyazaki che voglio parlare. Mi trovai circa un'ora dopo l'incontro con il giapponese ancora dietro la tenda con un gruppetto che aspettava qualche attore americano di cui non mi ricordo bene, credo fosse Ralph Fiennes però. Contemporaneamente a Fiennes, di cui mi interessava meno che meno, la ragazza, ormai mia guida virgiliana nell'inferno della mostra cinematografica, mi disse sarebbe uscito anche Omar Sharif. Scusate ma stava parlando del protagonista di Lawrence d'Arabia e de Il dottor Zivago. Io pensavo scherzasse. Uscito Fiennes per primo, poi tutti sparirono, la ragazza compresa e ad aspettare Sharif restammo io, un giornalista e dietro a me due operatori di una TV privata, Canale Italia. I tre fecero un casino pazzesco con un responsabile dell'ufficio stampa dicendosi amici di chissà chi per poter fare l'intervista all'attore egiziano. Dopo accordi durati qualche minuto, ottennero l'ok per l'intervista e il tipo dell'ufficio stampa disse che avrebbe portato lì a breve Sharif. Io ero lì, il primo della fila, con i tre giornalisti dietro. Uno di Canale Italia mi chiese chi aspettavo e io dissi: "Omar Sharif" e aggiunsi con sfacciataggine "... e naturalmente ci sono prima io!". A quel punto i tre non dissero più nulla. Dopo pochi minuti arrivarono l'ufficio stampa e una tipa, che tirò la famigerata tenda. Io mi trovai così lì con Omar Sharif davanti. L'attore vide la televisione dietro a me e convinto che io fossi un intervistatore si propose a me propenso a rispondere ad alcune domande. Al che io tirai fuori un foglietto di carta e una penna e gli chiesi un autografo. Sharif sorrise, mi fece l'autografo e mi chiese se avevo domande. Dissi che avevo solo curiosità. L'attore che parla bene l'italiano e ha dei modi molto gentili non fece opposizione alle mie curiosità, mentre dietro gli altri si domandavano imbarazzati che cavolo succedeva. A quel punto salutai Sharif, il quale mi disse che avrebbe gradito rispondere ad altre mie domande, ma aveva le interviste "di lavoro", come precisò. Io feci spazio e mettendomi dietro ascoltai le domande dei colleghi. Dopo una decina di minuti era tutto finito. Prima di andarsene Sharif mi salutò di nuovo e ebbe il tempo di dire: "Sarò felice di vederla più tardi al padiglione tal dei tali (che ora non ricordo)". Seguendo la mia sfacciataggine, alcune ore dopo mi recai al padiglione tal del tali, ma non ebbi poi la voglia di disturbare ulteriormente l'attore. Ebbi il tempo di scattare una foto a lui che accarezzava Stefania Sandrelli, felice di incontrarla lì. Notai quei suoi gesti dolci, molto orientali direi e questa sua pacatezza. Nel tornare sui miei passi ricordo che ripensai al film Palombella Rossa di Nanni Moretti, al regista romano che assieme a tanti altri nella piscina della pallanuoto grida: Voltati! Voltati!, mentre vede sullo schermo di una televisione Omar Sharif nei panni del dottor Zivago inseguire Lara ormai salita su di un tram e venire poi colto da un malore mortale e cadere a terra. Mi ricordo che pensai che infondo esistono molti attori bravi, ma uomini per bene forse molto meno e credo Omar Sharif sia tra quelli.