martedì 25 aprile 2017

No confusion

Oggi è il 25 aprile. Serve spiegare qualcosa? Non dovrebbe, ma invece serve. E' importante ribadire le cose all'infinito, perché c'è sempre chi vuole trovare strade parallele per affermare il dubbio. Bene, volevo quest'oggi solo ribadire che questa di oggi è la festa per l'anniversario della liberazione dai nazifascismi (anche quelli subdoli e psicologici) e non c'è nient'altro da sottolineare. E ci possono essere persone che durante questo giorno intendano affermare posizioni divergenti o revisioniste, e che si sentano  a disagio... bene, volevo qui scrivere a parole grandi e chiare che a fronte del ricordo di tutte quelle storie di uomini e donne che hanno creduto possibile che ciascuno di noi (diciamo io) potesse anni dopo (diciamo oggi) esprimere un'idea senza appoggiare un'ideologia, il sottoscritto nel vivere questa giornata si sente benissimo, a perfetto suo agio.

lunedì 17 aprile 2017

La retorica che potrebbe servire

Ricordo con grande affetto e lucidità tutte quelle persone amiche che, in vari momenti della mia vita sin qui trascorsa, hanno ritenuto di voler ribadire il privilegio vissuto dalla mia generazione, in quanto totalmente inconsapevole di cosa significhi vivere "dal di dentro" una guerra. Mi auguro che quelle persone non debbano ricredersi, oppure che noi non si debba infine pentirci di aver vissuto quella fortuna come un dono scontato, un regalo per cui altri hanno messo del loro, con noi inconsapevoli che non basta stare a guardare, ma che invece sarebbe perlomeno importante continuamente riflettere sulle proprie parole, sui propri gesti prima di trasformarli in motivazioni di scontro. E' un invito rivolto al mondo, se è vero che questo strumento di comunicazione può arrivare ovunque, che cede alla retorica delle parole a beneficio del messaggio: non rinunciamo alla pace!


domenica 2 aprile 2017

Speculazione permanente

Una frase su di un muro di Bologna (nelle vetrine adiacenti si scorgono delle sagome che ritraggono Lucio Dalla, usate come manichini, e infatti non siamo distanti da quella che fu la sua casa) mi fa riflettere che in fondo il problema di questa nostra società è tutto qui: nel senso di questa frase illuminante. E penso che non si debba limitarsi ad interpretare il termine "rivoluzione" nel significato spesso ideologico che diamo ad esso in senso stretto, ma richiamare alla sua accezione di "mutamento radicale", cambiare nel profondo: riscatto individuale e riscatto collettivo, dall'apatia dello stare male, ma non abbastanza. Buon lavoro su se stessi, a tutti!