domenica 19 agosto 2012

Piccole scatole emozionali n. 11

Un'immagine di certo non solare apre in questo caso la scatola delle emozioni. E' quella di alcuni alberi sommersi, precipitati dopo il loro taglio, nel fondale più basso del lago di Fusine, vicino Tarvisio, sul confine montano tra Italia, Slovenia e Austria. 
Si è creato nel scorgere le piante nascoste dalle acque trasparenti, e luminescenti per i raggi del pomeriggio tardo, un corto circuito mentale, che ha prodotto una tensione del tutto intellettuale tra la relatà e il ricordo di un dipinto ottocentesco (1852), che mi ha sempre intrigato e forse intimorito.
E' esposto oggi alla Tate Gallery di Londra il capolavoro preraffaellita di J. E. Millais, Ophelia, ispirato all'Amleto di Shakespeare, che vive dell'assoluta estraneità del corpo della ragazza morente, con i fiori che gli scappano di mano portati dalla forza della corrente, superiore di certo di quella che lei ormai sappia garantire per trattenerli. Il corpo fu ripreso da quello della modella Elizabeth Siddal, vera musa preraffaellita, per l'occasione in posa in una vasca da bagno colma d'acqua riscaldata, d'inverno, cosa che procurò a lei una malattia e al pittore dei grattacapi legali; la vegetazione strepitosamente copiata è quella del Hogsmill River. Il lago e la luce mi garantiscono questo percorso mentale.
Lo specchio d'acqua si fa poi fotografare di nuovo nel chiaroscuro preserale, permettendomi di rinvangare L'impero delle luci di Magritte (1954), oggi alla Guggenheim di Venezia.