mercoledì 27 gennaio 2016

...et voilà le jeux sont fait...

Alla fine di un percorso travagliato, con tanto di accuse di sessismo, prese di distanza dal festival da parte di autori importanti, e chi più ne ha più ne metta, si è arrivati alla proclamazione del vincitore del Grand Prix de la ville d’Angoulême (di certo uno dei più preziosi nel campo del fumetto internazionale, sorta di premio alla carriera e non ad un'opera specifica), che nell'occasione è andato al belga Hermann (Huppen). E io dico, ci voleva tanto a sceglierlo stò autore? Tra l'altro io pensavo lo avesse già ricevuto! Mi pareva impossibile non fosse così! Ha disegnato e quindi scritto storie incredibili, con uno stile che dell'imperfezione fa la sua forza più pungente e con una disillusione nei confronti del genere umano a dir poco illuminante. Un burbero, mi venne detto in più occasioni. Io ci passai insieme un certo lasso di tempo a margine di una Lucca Comics di un paio di anni fa. E mi divertii veramente tanto. Mi rallegro per questo meritato premio e consiglio a tutti di rileggere la prima serie de Le Torri di Bois-Maury. Un capolavoro imperdibile.

lunedì 11 gennaio 2016

I said that time may change me, but i can't trace time

Cosa si può dire su David Bowie che non verrà detto da qualcun'altro nei prossimi giorni e d'ora in poi? Probabilmente nulla. Ma resta il fatto che non potevo astenermi dal sottolineare la sua grandezza, tutta concentrata in quella sana incoerenza che i saggi chiamano ricerca. Ho provato a pensare, nello sconcerto (vero, e qui mi scopro ormai sufficientemente 'vecchio' per vivere certe situazioni con un senso di perdita pressoché imbarazzante) che è seguito alla notizia della sua morte, quali artisti avrei dovuto elencare per descrivere la cultura musicale (e non solo) degli ultimi 70 anni. Mi sono venuti in mente quattro nomi, e David Bowie era tra questi. Che altro dire ancora? Ah sì, le mie preferite sono da sempre, rubandosi il podio periodicamente: Rock'N Roll Suicide, Ashes To Ashes, The Man Who Sold the World, Let's Dance, e quella che contiene i versi del titolo di questo post.
PS. avrei potuto intitolare questo testo anche, citando Andrea Pazienza, "...mi chiesi se il cuore fosse davvero un muscolo involontario..."