mercoledì 24 agosto 2016

Piccole scatole emozionali n.20

Poche settimane fa scatto una foto dal finestrino, dopo aver accostato l'auto. Sto percorrendo la Strada Provinciale 477. L'immagine coglie un borgo da lontano e la bellissima piana che lo circonda. Poco prima eri là, tra quelle case addossate al pendio, facenti forza l'una sull'altra per resistere all'impertinente gravità e proseguire il proprio percorso nella Storia: ma anche da qui vieni colpito dalla bellezza del luogo. E' questo uno dei tuoi posti del cuore, almeno da quando ci sei stato anni fa la prima volta. Ogni tanto ci torni perchè lo spazio aperto ed esteso della piana ti offre rimandi mentali che richiamano la Patagonia di Chatwin, o perlomeno l'idea che ti sei fatto di quella leggendo il suo testo. Qui provi un senso di libertà che travalica il significato stesso della parola. Dopo aver scattato quella foto avresti ripreso la strada, passato il confine geografico tra Umbria e Marche, cambiato valle, e avresti scorto da lontano piccoli paesi tra il velo delle nubi. Oggi questi paesi, quello di prima, ovvero Castelluccio di Norcia, e quello che intravvedevi sono stati feriti dalla Natura, che combatte questa lotta impari contro l'Uomo e vince, per quanto uno faccia, vince. Oggi i campanili di Castelluccio sono solo il ricordo di quelli che ho visto, Arquata del Tronto un'immagine di se stessa. La piana ridiviene piana, la valle si reinventa valle, rifiuta le case, le strade, la nostra invadenza. E' un triste ragionamento, che supera la stessa imbarazzante domanda di noi tutti dinanzi alla distruzione e alla morte di molte persone: perché? Come sempre la parola è nel vento.