sabato 26 ottobre 2013

Piccole scatole emozionali n.14

Ci sono percorsi paralleli che portano le strade a non incrociarsi per anni; e poi quei binari, sempre attenti a non scartare, incontrano una pietra seminascosta dalla terra e sono costretti a inclinarsi, ad uscire dal sedime. Così quello che era parallelo diventa incidente, o anche solo adiacente. Si ridetermina un incontro, non uno nello specifico, ma qualcuno in generale. E quando i due contenitori sensazionali si scorgono, comprendi il perché certe strade erano state condotte assieme per un periodo di vita. Quell'incontro di affetti, familiari, sentimentali, intellettuali, visivi, tattili, è una scoperta, nel senso che scopre voragini spaventevoli nella mente e nella memoria e a volte la cosa rende malinconici, a volte irrisolti, altre sereni o in pace con se stessi. E spesso i due percorsi trovano altre pietre e il parallelismo si ridefinisce, improvvisamente, senza spiegazioni, ma resta la consapevolezza di quanto accidentato sia il terreno. E da qui la speranza, verso tutti, verso tutti coloro con cui si è condiviso qualcosa. La mia scatola emozionale è lì, in questa consapevolezza.

domenica 6 ottobre 2013

Etica poietica

"Il termine etica vuol dire che con questo nome si pensa il soggiorno dell'uomo".
La frase è di Martin Heidegger ed è tratta da "Lettera sull'umanesimo". Nel condividere il pensiero, mi pare calzante sottolineare che "etica" è qualcosa che concerne l'uomo e non quello di cui lui si circonda, sia esso materiale o immateriale, sostanziale o strumentale. "Etica" è la cura che l'uomo pone nei confronti della propria vita, trasformando idee in comportamenti. Nel dizionario "etica" è, nell'accezione filosofica, "la ricerca di ciò che è bene per l'uomo". I più interpretano che con "uomo" la definizione rimandi a se stessi, o al singolo individuo, e non all'"umanità". Da qui il fraintendimento che, infine, porta tutti a stare spesso peggio di quanto si potrebbe.

mercoledì 2 ottobre 2013

...cari amici vicini e lontani...

Ho ricevuto in questi giorni una mail da Walter Chendi, amico, e autore di fumetti da me stimato come pochi. La mail mi informava della sua decisione di pubblicare sul sito www.walterchendi.com, al quale vi rimando, le tavole iniziali del suo nuovo lavoro. L'opera, dal titolo "Maledetta balena", che ad oggi non credo abbia ancora un editore, è magnifica. Ho avuto la fortuna di confrontarmi con lui a volte, sporadicamente, durante la sua creazione, e non ho mai avuto dubbi della levatura di quanto stava definendosi sui fogli, sin dalla prima stesura, quando cioè si trattava ancora di poche pagine scritte di solo testo: un soggetto insomma. Chendi è triestino, è un grande disegnatore, ha già vinto un premio importante per La porta di Sion nel 2010, ha ora scritto un romanzo a fumetti di grande importanza narrativa. Chendi dice che di questo lavoro vorrebbe pubblicare a breve ancora delle pagine sul suo sito; io dico che il fatto che il suo lavoro non abbia un editore è un problema tutto intrinseco all'editoria italiana e non solo (le velleità commerciali, le inadeguatezze di certi direttori editoriali, la piena attenzione del mondo editoriale tutto soltanto verso ciò che è "comunicativo"). 
Walter scriveva sul suo sito, a lavori in corso:  
Questa “Maledetta balena” mi soddisfa più di qualsiasi altra balena precedente. Mi ritrovo a desiderare il momento di andar avanti con la prossima pagina, col prossimo problema, con la prossima inquadratura. Non so perché oggi accada questo. Non oso e non posso dire che questa storia sia talmente buona che anch’io ne aspetto la soluzione. Non oso neanche pensarlo. Poi i lettori saranno quelli, ormai li conosco quasi tutti per nome e cognome, e per quegli altri, che non la leggeranno mai, mi dispiace…non dipende da me.
Anche a me dispiace, che questo libro non possa stare nella libreria di molti. Tutto il resto è noia.