martedì 1 maggio 2018

E non c'è niente da ridere

Ancora un Primo Maggio! Con un tempo incerto e un sole che fa fatica ad uscire e poi non esce proprio. Una breve passeggiata e alcuni commenti alle notizie di un quotidiano che parla di elezioni vinte e perse, infine un pranzo veloce. Ancora il Primo Maggio, il concerto televisivo romano, sindacale, ormai parte della tradizione italiana quanto il festival sanremese. I rapper nostrani, il lavoro, la percezione che i soldi manchino davvero, la sicurezza sul lavoro. E poi la retorica delle parole pronunciate, quelle dei cantanti e quelle dei presentatori, mentre un muratore (vero) improvvisato sta demolendo, alla faccia della sicurezza e delle parole, le ceramiche del bagno di un vicino di casa. Le parole dominano la scena di questo pomeriggio dal meteo incerto, che riflette il destino incerto del futuro di molti. Le parole vincono sui pensieri e sono più comode da affrontare. La gente canta, anche quando sul palco si ricordano gli Skiantos (...largo all'avanguardia, siete un pubblico di m....., applaudite per inerzia...), e riprende con i telefonini ogni emozione e le archivia nella propria memoria digitale, anche se non pare si vada fissando in quella il senso profondo delle parole percepite. E così, sicurezza, razzismo, dignità, occupazione, garanzie divengono cornici prive di tela, con il bianco del muro dietro. Così pare. Come pare che, alla fine, nella testa di ciascuno dei presenti si vada definendo lo sconcerto e il dramma principale, su cui tutti, credo stiano realmente riflettendo: "No! Mi si sta scaricando il telefono!" Mi pare opportuno dedicare una piccola lirica estemporanea, non ragionata, che possa proporre un punto di vista strabico su questi tempi ricchi di contenuti perlopiù ideali e simbolici, mascherati di parole. Eccola. "Tra le mille istanze che dal cuore traspaiono/ di certo ve ne è una che/ determina situazioni di affanno vero/ per l'impossibile correlazione equa,/ di livellazione verso il basso dei bisogni/ assoluti di chiunque attenda/ una connessione certa di qualcuno o qualcosa che cerca/ senza il bisogno di saperlo/ o il desiderio di rincorrerlo./ In te crediamo, prima di qualunque uno o cosa,/ e per fortuna esisti, data/ ...o presa (elettrica)!" Sul palco Canova canta: "...Io non voglio che tu fumi l'erba, perché l'erba ti fa ridere,... non c'è niente da ridere..." Appunto! SIGH!