venerdì 14 gennaio 2011

"asa nisi masa" persi dusa tasi

Voglio rompere le regole, anticipando per una volta i fatti.
Tra non molte ore verranno resi noti gli esiti del Referendum indetto tra gli operai della FIAT Mirafiori sul nuovo accordo contrattuale. SI' o NO? Io sono figlio di un operaio metalmeccanico, che è stato per un periodo anche sindacalista. Mi ricordo come si vivevano in casa, in quei primi anni Settanta, queste vicende contrattuali, che oggi ci appaiono così "esterne" a noi tutti, come se appartenessero ad altri mondi o tempi. Il problema è che questa nostra società post-industriale è, oggi più che mai, ancora una società iper-industriale. Se contassimo, numericamente, le persone alle quali interessi realmente questo referendum contrattuale, in maniera diretta e indiretta, ne usciremmo veramente sconvolti. Non sono in grado di giudicare la bontà del contratto e nemmeno le motivazioni sindacali e politiche, ma di certo risulta chiaro che questo referendum crea un precedente di metodo, che purtroppo salta a piedi pari il dialogo, quello magari duro, dove forse fai anche a parole grosse e dai qualche scapellotto, per trasformare, invece, quest'uso della parola in un gesto esclusivamente "burocratico". L'aut-aut mi stupisce sempre, non mi sembra che sia mai lo strumento migliore, anche se, vista la pluralità di posizioni che a volte emergono attorno ad argomenti importanti, di certo l'unico rapidamente "risolutore". Sì, così si risolvono i contratti, ma il malessere? Ma la frustrazione? Mi ricordo come venivano vissute nei primi anni Settanta quelle battaglie per le 1000 lire in più in busta!
Oggi, da "architetto" e quindi persona "poco interessata dai fatti", mi sento solo di sentirmi vicino a questi operai della FIAT, a quelli che votano consapevoli e a quelli che votano esclusivamente "di pancia", a tutti, indistintamente. Ma oltre loro, anche a tutti i metalmeccanici in genere, che saranno messi in condizioni similari tra non molto.
Oggi, da "architetto", ringrazio di essere "architetto", perché non vorrei essere per nulla al mondo con una scheda in mano a dover scegliere cosa votare. Mi sentirei come il Guido Anselmi dell'"8 1/2" di Federico Fellini, interpretato da Marcello Mastroianni, quando all'inizio del film, entra, appena sveglio e già provato dagli eventi, nel suo enorme bagno privato dotato di telefono e accende le luci al neon. Si fa per togliere la vestaglia; il telefono squilla e ad ogni squillo di richiamo, Guido piega un pò di più le gambe, dominato dalle responsabilità che l'aspettano, dominato dal "fuori".