domenica 10 maggio 2015

Sempre più in alto

Mesi intensi quelli passati. Da febbraio ad oggi ho accompagnato il mio lavoro quotidiano con alcune esperienze culturali ed "esistenziali", ma forse sarebbe meglio dire di "vita collettiva". La sensazione è stata quella di muoversi assieme agli altri, agli amici e ai collaboratori con cui le esperienze sono state condivise. Se, nello spirito di questo blog, che viene redatto a resoconto, volessi fare il punto di tutto ci sarebbero molte cose da dire e tante persone da citare. Come sempre devo scegliere, dimenticando alcuni, trascurando degli episodi, ugualmente importanti e che porto pariteticamente nel cuore. Il lavoro maggiore è stato fatto con l'Associazione culturale ETRA per la scuola (primaria e secondaria). Un lavoro che sta dentro il progetto OsservAZIONI (www.culturaeticaetra.com) e che potrei riassumere nel desiderio di trasferire una parte del mio amore per la città che vivo, Monfalcone, ai cittadini di domani, i ragazzi. A loro abbiamo detto di non rinunciare al dubbio, a saper qualificare le proprie aspettative e a non farsi condizionare da chi usa termini a caso nel momento in cui descrive ciò che gli sta attorno, uno su tutti il termine "degrado". 
Hanno saputo alcuni di loro, infine, narrare delle storie (si è girato anche un cortometraggio, vedi foto sopra), trasferire degli entusiasmi e dei disagi. Sono cresciuti insomma come cittadini attivi e, oggi che li abbandoniamo, ricorderanno forse qualcosa di tutto ciò durante il loro percorso personale. Forse no. Devo ringraziare due amici, Katia Bonaventura e Luca d'Agostino, che mi sono stati vicini, e chi ci ha ospitato, Cinzia e Rosanna. A margine di questo lavoro si è scoperto di non essere soli e che ci sono in giro altre persone con cui riflettere e immaginare percorsi. E' nata così una convenzione tra associazioni di Monfalcone che si chiama ExtraNet. Oltre i limiti della rete per parlare alle persone (http://extranetmonfalcone.blogspot.it/). Non basta più Internet per affrontare la complessità che ci accompagna, la strada impone un passo indietro, confronti e contatti diretti, cene e tavole rotonde e soprattutto il dialogo. Un caro grazie a Laura, Elisa, Khadidja, Paolo, Giulia e Augusta. Altro campo di lavoro è stato a Venezia nelle aule dello IUAV con gli architetti di domani. E' stato un lavoro tecnico, ma che non ha mai dimenticato l'opportunità che uno ha di favorire una visione etica sul mondo dell'architettura, come mi è stata insegnata e che spero di poter in modo infinitesimamente minore trasmettere. Devo ringraziare Nullo, perchè continua ad insegnarmi le cose. Terzo fronte di lavoro è stata la collaborazione con l'Associazione NovaLudica di Palmanova per la definizione della primo festival omonimo, denominato Atto I°. Palmanova: La Fortezza del divertimento (https://it-it.facebook.com/novaludica). Il mio contributo è stato come curatore della sezione fumetto. Ho voluto dare un tema forte al programma culturale ed è stato nella continuità di quanto stavo facendo a scuola e all'università. Si sono sondate le possibilità narrative dell'arte sequenziale, invitando a Palmanova sia disegnatori che sceneggiatori, e ciò è un elemento di originalità nei festival di cui vado fiero. Ospiti: Giorgio Cavazzano, Casty, Bepi Vigna, Romeo Toffanetti e Matteo Alemanno (nella foto qui sotto, con me e il sindaco di Palmanova, a margine di un incontro). Tanti linguaggi, tanti pensieri sovrapposti. E' stata una bella esperienza. Ringrazio Alessia, Massimo, Samanta, Alessandro e Mauro, per il supporto. Nuovi amici, nuovi ricordi comuni. 
Ecco qui il resoconto degli ultimi quattro mesi. Oggi vado in edicola e sapendo cosa potevo trovare ho acquistato la Repubblica. Al centro, ben sette pagine del quotidiano, nell'inserto la domenica di Repubblica, con una storia di Zerocalcare, intitolata La città del decoro. Uno spazio enorme con in premessa un sottotitolo che dice: '...un nuovo racconto del disegnatore che sta portando il graphic novel nelle case degli italiani'. Già la frase di per sè mette insieme una serie di concetti sbagliati da far paura (graphic novel, disegnatore). Zerocalcare narra per come è abituato, da ottimo scrittore di storie a fumetti, lavorando con il materiale che ben conosce. Il centro del racconto è il senso civico, il cosidetto contenitore del BENE. Michele Rech va giù duro con la facilità con cui si dicono certe cose nei commenti di facebook, veicolo di un pensiero disarmante, che confonde l'oggetto con il concetto che lo qualifica (es. il povero e la povertà); una critica al rapporto tra "linguaggio e pensiero che si influenzano a vicenda" e si sofferma su alcuni dei termini più importanti da affrontare quali 'indifferenza', 'senso civico', per finire con il commento: 'Certe cose sembrano senso civico. Forse sono anche convinte di esserlo. Ne hanno la forma. Il guscio. Ma l'hanno svuotato, scavato dentro, come una carie. E dentro alle scatole vuote si possono annidare cose pericolose...". Che poi sono i pensieri più tenebrosi delle persone, quelli che distinguono il "buon pensiero" dalla barbarie vera. Un gran uso della narrazione e un gran fumetto, l'articolo migliore del quotidiano, di certo il più utile. Bravo a Zerocalcare. Io ho passato quattro mesi tra aule e incontri pubblici per permettere a ragazzi e adulti di affrontare una riflessione sull'uso della parola e sull'importanza di un pensiero etico, a Zerocalcare sono bastate sette pagine. Che cosa ne posso dedurre? Che la mediaticità non è l'arma migliore, che essa sa assorbire qualsiasi cosa, alzando la posta della sconfitta. Domani molti non si interrogheranno su quanto detto da Michele, ma solo sul ruolo del fumetto quale veicolo di certi temi, sulle vendite di un giornale, sulla lungimiranza di qualche redattore nello scegliere quelle pagine e sfruttare le potenzialità di quello che si rivelerà nel lungo periodo il fumettista italiano più importante e più letto di sempre. Ma stiamo sul pezzo, non facciamo anche noi per come dice Michele, non confondiamo l'idea e la parola. Non dimentichiamo che certe cose 'sembrano senso civico...ne hanno la forma...ma l'hanno scavato dentro'. E qui Michele non c'entra, lui fa bene il suo lavoro, ma a monte qualcuno andrebbe punito e invece se ne starà impunito e sorridente. E io, noi, continueremo a stare nelle aule, tra la gente e dovremo scalare un dislivello in più per superare un ostacolo più grande che nell'uso della parola "furba" si è determinato.