domenica 22 novembre 2009

Nuvole

Un amico, dopo aver letto alcuni dei miei ultimi post, mi chiede preoccupato di questa mia propensione ad un certo decadentismo pessimistico.
Credo di doverlo rassicurare precisando che certe tematiche non mi sono nuove o correlate ad un periodo particolare, bensì connaturate al carattere. Credo di avere una propensione verso certi temi e da sempre una tendenza ad enfatizzare tali aspetti quando scrivo. Mi pare dunque che questo decadentismo sia in realtà una sorta di propensione innata, che ho sempre vissuto come una coperta calda e non come un peso. Sin da ragazzo leggevo testi o guardavo film che potremmo ricondurre ad una sensibilità che solo con superficialità potremmo definire malinconica. Mi interessavano certi racconti di Carver, alcune poesie di Baudelaire, certi film italiani non proprio solari (di Carlo Mazzacurati o di Francesca Archibugi). E' un modo di guardare le cose che poi non mi impedisce di farmi una sonora risata, ma che non trova forse nella risata in sè la soddisfazione maggiore. E' come mangiare quelle paste dolci che hanno in fondo un qualche gusto acidulo e non dispiacersene.

Per esorcizzare la cosa ripesco un piccolo scritto di Charles Baudelaire raccolto ne Lo Spleen di Parigi (raccolta di prose scritta tra il 1855 e il 1864), nella traduzione di Gianni D'Elia del 1997 per Einaudi. Un testo intitolato Lo straniero, che mi piaceva molto vari anni fa. Mi rappresenta ancora.

"Chi ami di più, dimmi, strano uomo:tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?"
"Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello".
"I tuoi amici?"
"Usate una parola il cui senso m'è rimasto fino ad oggi sconosciuto".
"La tua patria?"
"Ignoro sotto quale latitudine si trovi".
"La bellezza?"
"L'amerei volentieri, fosse dea e immortale".
"L'oro?"
"Lo odio come voi odiate Dio".
"Eh! Ma allora che ami, stravagante straniero?"
"Amo le nuvole... le nuvole che passano... laggiù... laggiù... le nuvole meravigliose!"
Sì! E le nuvole del Tiepolo, al tramonto, sono bellissime!