domenica 27 settembre 2009

Cinema per me

Il titolo di questo post viene da un resoracconto (vedi Etichette: Passioni: scrivere) pubblicato nel mio volume "Continuavo a guardare fuori". Ho deciso di pubblicarlo qui di seguito quale premessa alla mia TOP 20 dei film più graditi o rivisti nel corso degli anni.
Che dire, spero vi piaccia, salvo avvertirvi che nel corso del tempo, guardare i film al cinema o specialmente in televisione, mi da sempre più la sensazione di essere passivo rispetto qualcosa. Non riesco così mai a lasciarmi andare completamente. Spesso i film sono diventati perlopiù stimoli al "fare" che a volte ne consegue.
Buona lettura...!

CINEMA PER ME
Nella mia città vi erano tre “luoghi” per il cinema.
Uno era il “cinema vecchio”: un teatro adattato, dove si proiettavano perlopiù le novità o i titoli di cassetta. Era prerogativa degli adulti o dei bambini accompagnati, enorme, con il palco ligneo, i tendaggi del sipario ancora visibili e delle poltroncine alquanto scomode.
Vi era poi il “cinema nuovo” sede di quelli che ora chiamano b-movie, ma che al tempo costituiva la meta privilegiata dagli adolescenti. Lo ricordo per le sedute in legno, comode per allora, tanto da riuscire a stendere le gambe, poggiare le ginocchia sullo schienale davanti e poi con il piede far cigolare il sedile a bilancino, scatenando così l’ira degli spettatori più esigenti.
C’era infine il “cinema-oratorio”, con le file schiacciate l’una sull’altra, la sala lunga come un corridoio, la galleria già allora inagibile. Nel 1975 avevo sette anni e nel “corridoio” andavo per vedere film come Godzilla contro qualcosa oppure Tarzan. Mi ricordo Pomi d’ottone e manici di scopa e la scena con le armature e i vestiti che volavano, sorretti dalla magia della protagonista. Che impressione! A quei tempi al cinema ci andavamo soprattutto per la liquirizia, non quella amara, ma quella dolce a rotella, che allo spettacolo della domenica, di pomeriggio, magari ci facevi l’indigestione e il lunedì saltavi la scuola.
Nel cinema vecchio ho visto con i genitori l’ennesimo passaggio di Via col vento: in galleria, seduto in un angolo, senza fiato per quante ore non saprei, forse dieci. Una volta, i gestori avevano dimenticato nella bacheca, durante la chiusura estiva, un manifesto. C’erano gli elicotteri e un tramonto infuocato: era Apocalipse Now, quello con la musica dei Doors. Quel film l’ho desiderato e immaginato per un’estate, ma visto soltanto molti anni dopo: “è un fim per grandi”, diceva mio padre.
Alla pari il cinema nuovo era la mia croce e delizia. Vi ho visto, negli anni “classici” come Il bisbetico domato con Adriano Celentano. Ricordo il manifesto con Ornella Muti distesa su di un letto trainato da un trattore: era BELLISSIMA! Oppure il mitico Il tempo delle mele, che, allo spettacolo delle 15.00, di domenica, la sala era così piena, che io stavo in piedi nel bagno, con la testa fuori a intuire quello che potevo. La cotta per Sophie Marceau fu inevitabile, ma d'altronde si era ormai adolescenti.
Ricordo invece che l’ingresso al cinema nuovo era parecchio arretrato rispetto il marciapiede del passeggio e quindi una bacheca, isolata, anticipava i film ai passanti. Il fine settimana davano sempre un film “importante”, ma nelle altre giornate c’erano i “vietato ai minori”, non dico i mitici con la scritta “diciotto”, ma anche quelli meno compromettenti, per i quali da quattordicenne eri già in terra di salvezza. Ai bambini non restava che guardare da fuori, scrutare il più possibile dietro quei rettangoli e quelle stelle che coprivano là dove l’occhio sperava invece di soffermarsi. Con gli amici ci si vergognava a stare immobili di fronte alla bacheca, sotto gli occhi di tutti, e così eccoci a fare cinque o dieci “su e giù”, girando l’occhio al volo e ricordando poi tra noi il possibile, con mezzi sorrisi e parole audaci. Ci pensavamo anche a casa a quelle masse rosa, virate giallo, ombreggiate di blu e marrone. Quei disegni erano il nostro primo interrogarci sull’erotismo. Ma c’erano in quegli anni e in quella bacheca anche immagini e parole violente che restavano in testa e turbavano anche. E le pistole, il sangue erano merce rara per noi alla pari del sesso.
In quegli anni andavo a vedere nel cinema nuovo qualche film di Walt Disney, tipo Nanù, il ragazzo della giungla, mi pare, il pomeriggio del sabato. Ricordo però che durante quelle poche frequentazioni, quando calava il buio mi guardavo attorno e immaginavo la sala piena di adulti, a come doveva essere uno spettacolo per grandi. Ripensavo al potere di quella donna, la bigliettaia, là in ingresso, che come un cane da guardia riconosceva e approvava solo l’umanità con una età maggiore a qualcosa.
Ai più sono bastati pochi anni per dimenticare tutto. Sono cambiate molte cose e il cinema vecchio ha lasciato posto ad un condominio; il cinema-oratorio è stato soppresso e trasformato in nuovo spazio per l’aggregazione giovanile. Il cinema nuovo è oggi una sala per il gioco del bingo.
Nuovi luoghi sono nati: il cinema teatro, il cinema-multisala. E non sono la stessa cosa. Nessuno mi convincerà di questo. I manifesti sono appesi quasi sempre dentro le sale e i film cambiano con la frequenza di un battito di ciglia, destinati rapidamente dal fasto della proiezione al dimenticatoio.
Io però non dimentico, non credo di esserne capace. Quando ripenso ai vecchi edifici, quando vedo dei manifesti dipinti, quando li incontro tra le bancarelle di qualche mercatino dell’antiquariato, ricordo tutto perfettamente. E quei segnali sono timbri stampati nella mente che mi parlano di cos’era andare al cinema per noi bambini, di tutti i film che ho visto senza vederli, magari soltanto immaginandoli.

E' il mio racconto più sintetico, uno dei primi che ho scelto tra quelli scritti. E' stato anche selezionato nel 2005 dalla giuria di un Concorso promosso ad accompagnamento di una mostra di vecchi manifesti di cinema allestita a Grado in quell'anno. Nella giuria vi erano tra gli altri Giorgio Pressburger e Francesco Tullio Altan, due persone che stimo molto.

Bene. Dopo la lettura, un pò di gioco con la classifica. TOP 20: cinema!

1) La grande guerra, Mario Monicelli, 1959

2) Quarto potere, Orson Wellws, 1941;

3) Fahrenheit 451, Francois Truffaut;

4) Ecce Bombo, Nanni Moretti, 1978 (a pari merito con l'episodio In vespa tratto da Caro diario dello stesso Moretti). Nella foto qui sotto sono con Nanni a Pordenone nel 2002 in occasione dello spettacolo teatrale di "Caro diario";


5) La doppia vita di Veronica, Krzysztof Kieslowski, 1991;

6) Harry ti presento Sally, Rob Reiner, 1989;

7) Sabrina, Billy Wilder, 1954;

8) Il disprezzo, Jean Luc Godard, 1963 (a pari merito con A Bout de Souffle, dello stesso Godard, 1960);

9) La città incantata, Hayao Miyazaki, 2001 (la foto sotto l'ho scattata a Venezia nel 2008);


10) L'odio, Matthieu Kassovitz, 1995;

11) Le amiche, Michelangelo Antonioni, 1955;

12) Blade Runner, Ridley Scott, 1982;

13) La spada nella roccia, Walt Disney (Wolfang Reithermen), 1964;

14) The Hours, Stephen Daldry, 2002;

15) Barry Lindon, Stanley Kubrick, 1975;

16) A piedi nudi nel parco, Gene Saks, 1967;

17) Allegro non troppo, Bruno Bozzetto, 1978;

18) Il grande cocomero, Francesca Archibugi, 1993;

19) Parigi, Cedric Klapisch, 2008;

20) Hollywood party, Blake Edwards; 1968.