mercoledì 1 maggio 2013

Gli occhiali appannati dalla polvere...

Dopo le vicende pre e post elettorali nazionali (per la Presidenza della Repubblica) e regionali (per la Presidenza della Regione), ci serviva un bel 25 aprile. Ma in Italia quel senso di liberazione che significa questa festa nazionale si è disperso nella deriva commerciale di ogni cosa. Un giorno, ormai qualsiasi, con i suoi centri commerciali aperti, dove spesso trovi scritto nei manifesti pubblicitari agli ingressi "festa della libertà" e non "della liberazione". Ok, anche la libertà ci piace, ma è diverso, cavolo se è diverso, anche perchè la seconda è una conquista, la prima è tutta da conquistare: e noi non siamo di certo della stessa stoffa dei nostri nonni! Nell'impossibilità di una festa adeguata, me ne sono andato a Lubiana, dove il 25 aprile non è un giorno festivo, dove avrei forse potuto superare la sensazione di stare a festeggiare invano. La città era strapiena di gente e di italiani di confine, recatisi in Slovenia nella speranza di visitare i negozi aperti del centro. Insomma non vi è pace, per chi desideri provare un sentimento convinto: la contemporaneità ha vinto. E oggi è già il 1°Maggio. Me ne resto a casa, anche se invece me potrei andare in ufficio, dove avrei molte cose da finire o iniziare.  Festeggio, così, festeggio, con sullo sfondo, nell'aria, queste voci sindacali che appaiono turbate e sbiadite di fronte alle situazioni del periodo. Me ne sto seduto sul divano con una coca e mi vedo in TV (la benedetta/maledetta TV!) una parte del concerto del 1°Maggio. Di solito nel pomeriggio sul palco di Piazza San Giovanni passano e suonano i gruppi nuovi, quelli che ti vien voglia di sentire per sapere cosa passa di diverso nel panorama musicale italiano, dove andremo a parare insomma. La curiosità nel campo musicale mi è propria e infatti... ecco Enzo Avitabile, gli Africa Unite, i Motel Connection (con alcuni Subsonica). Ecco, appunto, il nuovo. Ho una specie di déjà-vu, mi rivedo studente, nel 1991-1992, a Venezia, anzi a Mestre con gli altri dell'appartamento di allora ad ascoltare alla TV il concerto del 1° Maggio, e con gli stessi gruppi (e infatti suoneranno più tardi Zampaglione, Elio e le Storie Tese, Daniele Silvestri ecc.). In Italia il telecomando è sufficiente per cambiare oltre che canale anche decennio e generazione; tutto (ogni situazione) massimizza la permanenza, anche se a guardare bene la linea del tempo non prosegue retta, ma pende sempre verso il basso: nelle aspettative e nella qualità dei contenuti. A pensarci bene mi sento, qui seduto sul mio divano a fare un cavolo e guardare 'sti giovani-vecchi, come quei due vecchietti del Muppet Show di un volta, Statler e Waldorf, critici e brontoloni alla FINE dello spettacolo. Adesso, mentre scrivo, passa un gruppo che canta "...sei tutto il porno di cui ho bisogno...", non li conosco, non sono male, ma insomma, i Managment del Dolore Post-Operatorio, molto CCCP con meno audacia, direi, "...siamo così piccoli che quando cadiamo non ci sente nessuno...", ok le cose vanno avanti, ma insomma: poi la regia li  taglia a metà canzone, e poi il meteo prende il sopravvento. Ecco, sto qui a parlare del tempo cronologico e la televisione mi aiuta subito a non pensare (è bravissima in questo!), a riflettere sul tempo atmosferico, a farmi i c...i miei, invece di quelli della società. Poi la pubblicità.