martedì 24 luglio 2012

Luglio col bene che ti voglio...

E' inevitabile che questo blog, attraverso i suoi post, diventi una sorta di mia biografia minima attraverso questi anni balordi. A volte il tempo passa e preferisci fare, acoltare o riflettere sulle cose, piuttosto che scriverne. Poi viene il momento del resoconto. Luglio è per me e per sua natura un mese complesso, di vacanze abbozzate, quando il lavoro te lo permette, di momenti di svago, di eventi che si susseguono con una frenesia inaudita; alla fine sono di certo maggiori le cose scordate o rifiutate per stanchezza che quelle viste, cercate o subite. Luglio è l'estate frenetica, così come agosto è l'estate apatica. Provo qui a fare un sunto di cose che mi sarebbe piaciuto commentare meglio, ma che lo scorrere rapido delle ore non mi ha permesso di fare, oppure su cui  il desiderio di vita mi ha consentito di non dovermi soffermare a ricordare troppo. Con il senno dei mesi futuri troverò forse il tempo di approfondire meglio.
Dove eravamo rimasti: l'Italia ha perso gli Europei di calcio, senza troppi lutti in fondo; erano già tutti felici per la sconfitta dei tedeschi per preoccuparsi troppo degli spagnoli che ci massacravano a causa di una formazione assurda in campo: Prandelli ha detto che glielo doveva a quei ragazzi di metterli comunque in campo, anche senza una gamba, per riconoscenza; in fondo era l'allenamento nel campetto dell'oratorio, mica la finale europea! Prandelli si è deresponsabilizzato da una scelta diversa, e a tutti andava bene così! L'Emilia scossa dal terremoto se ne sta invece al caldo, dimenticata un pò dai media, finchè in autunno non comincerà a piovere dentro le tende. Ci sarà Vasco Rossi al concerto promosso da Ligabue, per l'Emilia, a settembre? E infatti è anche secondo me questo il problema centrale! Infatti.
Io il giorno 5 luglio me ne sono andato a Vienna, perché il caldo qui era enorme e a Vienna enormissimo, così farsi male sembrava d'obbligo. La sera stessa alla Staatsoper suonava Herbie Hancock e così la gita più permanenza poteva valere la pena. E mega concerto infatti è stato, con questo geniaccio ultrasettantenne che suonava come un digraziato, con altri tre scatenati supporter. Finalmente un concerto Jazz che valesse realmente la pena, dopo un'infinità di programmi polpettone con-su-per-tra-fra la parola Jazz nel titolo. Per il resto Vienna in lungo e in largo; Klimt in ogni salsa, in occasione del 150° dalla nascita. Restano indimenticabili di quei cinque giorni viennesi: la visita al Kunsthistorisches Museum con il fregio di Klimt nello scalone, visitabile da vicino grazie ad un ponteggio allestito appositamente per l'anniversario; ma anche con i suoi Tiziano e Tintoretto, Correggio e Laurana (il busto di donna più bello che ricordi), Cranach e una Venere dormiente di Dirk de Quade van Ravesteyn fantastica. Poi la Kunsthaus costruita sulla base dei principi artistici di Hundertwasser (i pavimenti a dune, anche nel bagno), dove scovo un'antologica del fotografo americano Elliot Erwitt che da sola vale il viaggio. La riscoperta della grandezza grafica di Kolo (Koloman) Moser al Leopold Museum, che credo il più grande fra i secessionisti. La grandezza architettonica di Otto Wagner sparsa qua e là per la città ed esplosa nell'edificio della Postsparkasse... i suoi fantastici disegni. Un quadro magnifico, un nudo di donna, di Johann Baptist Reiter al Museo del Belvedere. Insomma, molta arte figurativa e molta architettura, ma anche musica e tanti dolci, mangiati nelle panetterie della metro, al volo.
Il giorno 13 luglio, a Grado, Morrisey regala ai presenti un concerto magnifico. Quando alla fine di un live tirato, ben suonato e con il pubblico presente ed entusiasta, tira fuori come unico bis I know its over tratta da The queen is dead di The Smith, molti si commuovono e basta. E mentre sento alla fine del concerto alcuni lamentarsi della durata breve del concerto, mi viene solo da dire loro di andarsene a quel paese. Il giorno dopo, 14 luglio, alla Fiera della Musica di Azzano Decimo, suonano i Madness; le cose vanno così, o tutto sta assieme in un'overdose di sensazioni, oppure c'è il nulla. Quando sul finire del concerto parte il trombone a imitare la sirena della nave di Night Boat to Cairo, siamo già affaticati a sufficienza per un'ora e venti di ballo continuo. One Step Beyond alla fine ci azzera; e rifletto che sono per l'ennesima volta (dopo Bruce, dopo Hancock, dopo Morrisey) dei sessantenni e più, in questa estate 2012, a travolgerci con la loro carica infinita. E' un buon segno, penso, è un buon segno, e provo anche forse la paura che non ci sia poi qualcosa d'altro dopo tutto ciò, di nuovo intendo.
A proposito di giovani leve: sottendendo ai discorsi che si stanno facendo in queste settimane a proposito delle presunte trattative Stato-Mafia sviluppatesi nei decenni scorsi, Giorgio Napolitano, il giorno 18 luglio, rispondendo indirettamente ad una ilazione dell'onorevole Di Pietro, attorno alla presa di posizione del Presidente a proposito delle indirette intercettazioni svolte sulla sua persona, ha espresso quanto segue durante la sua partecipazione ad un convegno di costituzionalisti a Roma: "Il campo di ricerca in cui operate dovrebbe rappresentare il terreno di formazione della classe dirigente, se non si vuole che la politica scada a esercizio dilettantesco che pretende di trarre la sua validità dal consenso elettorale ottenuto...". Non esprimo giudizi sulle prese di posizione di Napolitano, non essendomi fatto un quadro completo della faccenda in cui le sue esternazioni si collocano (si parla di anni e anni di misteri italiani), ma credo che il fatto che i politici debbano sviluppare un proprio curriculum specifico, e necessitino di una forma di "scolarizzazione alta", nonché vengano scelti elettoralmente sulla scorta di una dimostrata conoscenza di un mondo loro, che definiremo per brevità "politico", io credo costituisca il "minimo sindacale" per uno Stato funzionante.
Infine. Giovedì 19 luglio un deficiente con dei problemi (o un povero diavolo, naufragato nei suoi problemi) si veste da Jocker, e a Denver, in Colorado, alla prima cinematografica dell'ultimo film di Batman, entra ed esce dalla sala e spara sulla folla, uccidendo dieci persone e ferendone 58. La colpa è dei fumetti maledetti, violenti (quello di Frank Miller, Il ritorno del Cavaliere Oscuro, in questo caso), non della liberalizzazione all'acquisto delle armi (che Obama, in lancio elettorale, ieri ha detto essere fondamento di libertà); non di una società incasinata che mediaticamente idolatra queste persone anche quando la loro esasperazione si trasforma da malessere personale in pazzia violenta. I fumetti. I nemici di sempre. Molti sono violenti, è vero, Alfredo Castelli, creatore di Martin Mystère e grande conoscitore della storia del fumetto, ricorda sul Corriere della Sera del 22 luglio la facilità con cui si arrivi a colpevolizzare i fumetti; come negli anni Cinquanta questa fosse una abitudine, e come anche Nilde Iotti fosse stata allora tra i fustigatori dell'arte sequenziale quale strumento del capitalismo rivolto ad obnubilare la mente dei più giovani (e se lo disse Nilde Iotti, poi!). Personalmente, quando James Holmes (il pazzo omicida, il triste naufrago) ieri si è presentato in un'aula di tribunale, con i capelli ancora colorati di rosso-Joker, con il suo volto assente, sedato forse, ma più che altro lo definirei svuotato, mi è sovvenuto quanto possa aver pensato, riflettuto disperatamente sul suo atto folle, come avesse riversato, forse, una vita intera di passioni, di aspirazioni, tutto in quel folle gesto; e quindi in quell'aula, quando  infine era  stato ormai tutto compiuto, completato, dentro di sè trovasse solo vuoto, solo nulla. Chiudesse infine gli occhi. E restasse solo, caprio espiatorio di sistemi che stanno fuori dalla sua mente e che ora della sua vuota corteccia celebrale infine si nutrono per alimentarsi. Un omicida, da condannare certo, e senza giustificazione alcuna, che probabilmente, nei democratici United States, che perlopiù votano convinti contro l'assistenza sanitaria per tutti, che permettono ad un ragazzo di acquistare delle armi per strada, finirà nel braccio della morte e poi nel 2013 o 2014 su di una sedia elettrica oppure con una siringa velenifica nelle vene.