domenica 19 dicembre 2010

Neve-rmind

Venerdì 17 dicembre ero a Ravenna. In treno. I treni un caos. Nevermind! Con i biglietti in FrecciaArgento che costano il triplo del biglietto in Regionale, ma tanto sai che non puoi rinunciare a questo lusso per una questione di coincidenze: questione che si vanifica sul muro "glaciale" di una delle peggiori giornate metereologiche dell'anno. Nevermind!
A Ravenna ci arrivo. devo partecipare alla presentazione di un Laboratorio di formazione e sperimentazione linguistica sulla città di Ravenna, che io e la mia amica Gioia abbiamo pensato e organizzato per gli studenti del Liceo Artistico Statale "P.L.Nervi". Non volevo mancare e infatti esserci ne è valsa la pena. Ho conosciuto gente simpatica e tutta questa cosa mi sembra partire con il piede giusto. E' una scommessa che Gioia ha fatto e che io ho supportato e incredibilmente l'Amministrazione ci ha dato credito. Sonderemo con alcuni ragazzi della classe IV°, una ventina circa, il luogo urbano. Chiederemo a questi di darci la loro "immagine" della città, e chiameremo questa immagine "racconto". Giustapporremo questi racconti per capire se sia possibile mettere insieme un "romanzo" città. Useremo per questi racconti il linguaggio del fumetto, dell'arte sequenziale, della fotografia, del video, della parola scritta. Proveremo a fare "laboratorio", come sempre "a fare", "a fare"..."a fare".
Nel tardo pomeriggio sono di ritorno in treno, dalle parti di Ferrara. Siedo vicino un ragazzo che tiene in mano un libretto che parla di vocazioni cristiane e davanti ho delle ragazze venete che schiamazzano dialettalmente la loro gioventù in piena tempesta ormonale. Io e il "seminarista" (lo penso tale!), sorridiamo per quello che si dicono. Entra nel nostro vagone, poco dopo Rovigo, una vecchietta, con la sua trapunta celeste, occhiali e un fazzoletto in testa, come si usava un tempo, come facevano le mie nonne. La vecchietta chiede nello scompartimento: "Scusate lor signori...è passata di qui una signora?" Non era passato nessuno e infatti tutti noi neghiamo. "Ma dove può essere andata!" Alziamo tutti mani e spalle. "Non potrà mica essere uno spirito!" -sentenzia la vecchia, girandosi verso una signora in testa alla carrozza. La prende di mira questa signora, cominciando un lungo discorso su sua figlia, sui suoi malanni, dei quali nel breve veniamo tutti coinvolti, chi più, chi meno. La vecchia ha lanciato l'amo e ci ha pescati tutti. Il "seminarista" si volta sorridendomi e dicendo: "Mi fanno un sacco tenerezza, quando fanno così!". Io mi strofino le mani alla faccia e mi sento di rispondergli: "Che si debba elemosinare anche la comunicazione, è un triste fatto!"
E' così, è triste: siamo tutti connessi, telefonati, videocorrelati e attorno resta tutta questa gente sola; sola, specie i vecchi che di tecnologie ne capiscono poco o che spesso non ne vogliono sapere.

Il 3 dicembre è partita l'era del digitale terrestre in Friuli- Venezia Giulia. Nel mio palazzo non vede più nulla nessuno, ma alla maggior parte delle famiglie in città va meglio. O peggio.
Io vedo come sempre i telegiornali su Internet o leggo i giornali, ma mi rendo conto che la tragedia è grande. Sono apparsi una marea di canali nuovi, quasi uno dovesse vivere lì la propria giornata, davanti questo congegno malefico. Il risultato è che se prima non resistevo tre minuti dopo il rapido zapping da canale a canale, ora il zapping può diventare eterno, un'ora di zapping continuo. Abbiamo finalmente la possibilità di creare ognuno il proprio BLOB personale. Di frammentare all'infinito i nostri interessi e pensieri. Rifletto, mentre ripenso a quella vecchietta che si spende sui treni a cercare parole e a come nelle nostre stanze non vi sia invece più tempo per le parole; la televisione ha vinto, usando i nostri soldi e la nostra pazienza. Nevermind!

Ha nevicato tanto ed ho visto adulti bambini sgomberare la neve ed essere sereni per quella fatica inutile. Ho ricordato quel detto inglese: "La differenza tra bambini e adulti sta solo nel costo dei giocattoli." Cavolo, la neve è gratis! mi ha detto un mio vicino. I commercianti non la pensano così. Sono incazzati neri, a spalare la neve davanti i negozi. E' il sabato (il 18 dicembre) prima del Natale e la gente ha bisogno di strade pulite, per arrivare e comprare, spendere, comprare. E se molti decidono che gli basta la neve? Che sconfitta di questo cazzo di modo pubblicitario tutto. Apri il giornale, lo paghi un euro da solo o un'euro e mezzo con l'inserto inutile del sabato e la pubblicità ti sovrasta dentro il giornale e dentro l'inserto: mezzo articolo e una pagina di pubblicità. Ti viene veramente voglia di scegliere la neve, di spalare tutta la città. Che così risparmi anche per la palestra e i corsi di presciistica!
La neve mi fa stare in casa e non in giro a comprare regali e cazzate varie, con i soldi che tra l'altro sono pochi! Nevermind! Grazie neve, grazie neve! Riscopro l'andare a piedi, con il freddo alle mani in tasca! Mi sento ragazzo! Grazie neve. E a quel paese i commercianti tutti! A me va bene così.
Alla fine cedo al consumismo e prendo un comics in fumetteria. Nevermind! La coerenza non è il mio forte. Prendo la ristampa cronologica di The Peanuts, quella curata da Seth! Mi pare il fumetto giusto, perchè è il fumetto che prendevo già da bambino; sempre lo stesso, anche le strisce sono sempre quelle (quelle dei primi anni '70). Una striscia dice: "Fiocca, la neve fiocca!"
Sì, benedetta la neve! Che fa tremare i politici, crea disagi e dimostra quanto la natura ci può dominare in un attimo se volesse. Ma è neve, si scioglie, mentre i politici, i disagi, ecc. restano anche dopo. Nevermind!