
Per ricordare Schiozzi voglio dedicargli un passo da Architettura. Saggio sull'arte di Boullée: "(...) allora se si riesce a svelare l'esistenza e l'origine dei principi sui quali è fondata l'arte dell'architettura, si può concludere, io credo, senza mostrarsi per quanto imprudenti, che tali principi sono tuttora ignoti o, perlomeno, non sono stati sviluppati da coloro che hanno avuto l'opportunità di conoscerli." Livio Schiozzi ha condotto la sua ricerca nel tentativo di sondare quei principi. E' stata la sua "piccola missione".
Per quanto mi riguarda ho avuto occasione di conoscerlo una volta sola, durante un episodio della mia attività culturale con ARTeFUMETTO. Di quell'episodio ricordo una macchina troppo piccola e dei quadri, non suoi, troppo grandi. La sua perplessità nel prestarli, specie alla vista della macchina troppo piccola. Ricordo una stretta di mano finale di co-responsabilità reciproca verso quell'arte che portavamo via, mentre il portellone calava e il bagagliaio si rivelava non stretto, non grande, ma giusto. Ad una rinnovata e mai venuta meno responsabilità verso il ricordo di quell'arte si sente legata in questo frangente la mia memoria, che ricorda l'impegno, la coerenza e quell'espressione stampata in volto: un misto di perplessità e malinconia.