domenica 21 gennaio 2018

Un certo tipo di vuoto

Questo scritto arriva subito dopo quello in cui scrivevo di come, nel corso degli ultimi anni, sia venuta modificandosi la percezione del fumetto da parte di un lettore "storico" come me: a fronte delle piccole rivoluzioni culturali che il mercato del fumetto sta affrontando (editoria, comunicazione, media, ecc.). E arriva per salutare un amico che se ne è andato, e che per me rappresentava la passione verso un mondo su cui molte volte abbiamo dialogato e discusso. Massimo Bragaggia, una delle anime del TBCF (che considero uno dei migliori, se non il migliore festival italiano di genere degli ultimi anni), se ne è andato in un modo che ricorda quel mondo drammatico (non rassicurante) e al tempo stesso emotivamente provante che lui, appassionato di Batman, amava da lettore frequentare. Io lo ricordo perché mi ha aiutato a volte nei percorsi organizzativi fatti in passato, quando altri si sono scordati di farlo o hanno rifiutato di farlo. Lo ringrazio ora, dopo averlo fatto già di persona. Resta l'amarezza della perdita, che viene dopo quella di un altra persona amica, che mi manca, Salvatore Oliva, scomparso mesi fa. Uffa! Bisogna continuare a parlare di fumetto, a leggerlo, ma le persone con cui puoi farlo serenamente e approfonditamente, senza entrare sempre sulle questioni economiche, editoriali, del mercato ecc, stanno un pò mancando attorno. Per i familiari di Massimo e Salvatore questa affermazione vale per quello che è, ma resta il fatto che ogni lettura futura sarà anche per loro.
(foto: una pittura di Michael Whelan vista a Lucca C&G17)