lunedì 1 gennaio 2018

C'era una volta.....




Un esempio, visto a Lucca Comics 2017 di quanto sto per scrivere
C'era una volta il fumetto...potrebbe iniziare così quest'anno di riflessioni online. Ho mancato la mia ormai "classica" classifica di fine anno...e qualcuno me lo ha pure fatto notare. C'era una volta il fumetto, come fenomeno popolare, come strumento satirico per passare contenuti profondi, come momento di svago o come "luogo" dove riversare le proprie fantasie e passioni. Quello che mia madre mi raccontava di regalare a suo fratello per tenerselo buono, essendo lei ormai "grande" (Il Piccolo Sceriffo dell'allora editore Torelli). Quello che mio zio leggeva a tempo perso e che ad un certo punto, raccolto per anni in soffitta, decise di bruciare in un triste falò in cortile (Kriminal, Satanik). Quello che mio nonno mi portava quando stavo male, dedicandomi la copertina con una frase di maniera (Topolino dei primi anni Settanta). Oppure la montagna di Zagor comprati qua e là nel Nord Italia, a completare una collezione che ad un certo punto si è interrotta e mai ripresa per dare spazio a Pratt, a Pazienza, a Toppi, ecc. ecc. Ecco quel fumetto lì ha smesso in parte di esistere all'inizio degli anni 2000, quando molti di noi, io stesso per primo, abbiamo ritenuto di dovere portare avanti un discorso di fumetto come arte (di Arte e Fumetto, direbbe qualcuno!), che permettesse a questo "linguaggio altro" di trovare uno spazio che meritava e merita. E parallelamente questa volontà di pochi é diventata la necessità, anche economica (lo era sempre stato, ma in quel contesto di più!), di molti, quando con la nascita di un nuovo marchio, il graphic novel, appunto, si sono intravviste strade nuove e  possibili: il fumetto inteso come libro (alla francese, insomma!). E in quel momento lì la risposta di alcuni, io per primo, è stata quella di aiutare quel percorso, nel desiderio che il fumetto venisse parificato al libro (genericamente definito), che potesse entrare nelle librerie non restando defilato nei loro angoli più nascosti. Ed ecco che con internet e tutti i social a seguire la necessità di certa gente (gli editori, i grandi gruppi editoriali più tardi, sempre disperati per le vendite a svanire, sempre lì a piangere per questo e per quello) si è improvvisamente incontrata con la necessità di altra gente (i librai, sempre disperati per le vendite a svanire, sempre lì a piangere per questo e per quello - evitando poi di parlare dei gestori delle fumetterie che se no andiamo sull'alluvione pura da pianto isterico-), e infine con la necessità di altra gente ancora (ovvero gli editori dei quotidiani, sempre disperati...ecc. ecc.), il tutto farcito con la parola che tutto eleva e contiene: CULTURA! Così, improvvisamente esco di casa, vado in una libreria e vedo alcuni fumetti accostati sul banco principale ai libri di varia, li vedo esposti all'ingresso (in vetrina in molti casi!); poi compro il quotidiano e il giornalaio mi guarda storto, non perché ho preteso da lui qualcosa di strano, ma perchè ho richiesto quei tre o quattro titoli settimanali di fumetti allegati alle testate nazionali che è costretto a mettermi da parte; poi vado a casa e apro il giornale, a volte un giornale di cui non mi frega nulla, ma che ho comprato per avere il fumetto allegato, e nell'aprirlo mi trovo sei o sette pagine su quaranta/quarantacinque che annunciano nuove ristampe di serie o collane a fumetti che per finitura e ricchezza di contenuti fanno spavento a qualsiasi cosa io possegga o collezioni da più di quarant'anni. E infine apro la TV e ogni canale parla di GULP!, di BLAM!, di UACK!, di ZZZZ!, ogni Telegiornale RAI e non acquisisce e trasmette la sua dose di notizie a balloon. C'era una volta il fumetto...oggi c'è qualcosa d'altro che si chiama mercato e che ci permette di leggere cose fantastiche, di incontrare (alle fiere monster come, ad esempio, Lucca Comic & Games, ma anche a Cinisello Balsamo d'estate con 35° all'ombra, alla fiera del risotto o che so io!) molta gente che da anni segue con passione questo linguaggio altro che qualcuno dice ancora di non capire o essere in grado di recepire (difficoltà a tenere insieme disegni e parole...o leggi o guardi...) e che per molti invece è semplicemente lavoro (con i sbuff e i che palle! del caso). Ma il fumetto c'era una volta...e adesso, mi spiace, ma non c'è più! Ecco perché una classifica non esiste, perchè quest'anno passato (2017) ho letto decine di fumetti più o meno interssanti, più o meno ben disegnati e scritti, ma ora che scrivo, a ripensarci, nessuno ha scavato un posto nel mio IO profondo come quel Topolino, che mio nonno portò....!
Ancora Lucca Comics 2017