Mi piacciono quei frigoriferi colorati anni '50 della SMEG, che oggi vengono riproposti al mercato adattati alle moderne esigenze, pur riprendendone l'estetica pressoché fedelmente. Mi piacciono quei vestiti femminili rossi o blu a poins bianchi dalla vita stretta, da accompagnare con un nastro tra i capelli e un qualsiasi occhiale dalle forme affusolate e appuntite agli estremi. Oppure i pantaloni blu a vita alta da accompagnare ad una maglietta a righe alla marinaresca. Guiderei volentieri una di quelle macchine americane dai colori pastello, tipo verde acqua o rosa tenue, una Cadillac Eldorado o una Pontiac. Mi piace ascoltare lo swing e il jive, oltre al rock & roll e al rockabilly, soprattutto perché impongono un ascolto attivo che coinvolge il corpo e che spesso si traduce nel ballo. Mi piace quel decennio che a fatica tentava una apertura ad una spensieratezza ricca di malinconie e tragedie, spesso portate a spalle, ereditate dalle guerre appena trascorse e contenenti già i germi delle malattie che saranno. E la risposta a questa esigenza fu perlopiù effimera, radicata in una cultura estetica che ha posto però le basi per la grandezza del design italiano su scala internazionale e che ha determinato una cultura musicale innovativa che perdura ancora. Ecco perché a Senigallia, da ormai 15 anni, si ritrovano molti appassionati e scatenati fans di quella cultura, per calarsi volontariamente in un oblio momentaneo all'odierno e ritrovare una apparente leggerezza dal quotidiano. L'occasione è il Summer Jamboree e nel viverlo credi per un attimo che possa essere realmente così, ancora una volta, prima dei dubbi che seguirono e prima che una cultura si trasformasse inevitabilmente in mercato, con le conseguenze che viviamo. Smatphone permettendo, ovviamente!
Un pò di foto dalle giornate dell'8 e 9 agosto a Senigallia, al calare della sera.