venerdì 16 aprile 2010

Di una volta

E' strano perchè sento spesso parlare del dovere delle persone anziane di far spazio ai giovani. Che la gioventù è risorsa, che il futuro è dei giovani. Oddio lo è (il futuro) di certo da un punto di vista fisico, avrei molto da dire sul fatto lo sia anche su di un piano intellettuale. Mi guardo intorno, apro le riviste, vado al bar, ascolto le nuove generazioni e non trovo, come molti asseriscono, ragazzi vuoti, privi di interessi e via via a scorrere tutti i luoghi comuni. Non trovo mai stupidità. Trovo invece gente iperattiva, con mondi amplissimi, ragazzi che parlano di politica, di cultura, che parlano di progetti, che parlano di "si deve fare questo", "si deve fare quest'altro". Ecco...parlano...un sacco! Ma poi? Ma poi niente. Dal dire al fare (dal proposito, allo stancarsi per metterlo in opera) c'è una marea intera. Un sacco di progetti, di pippe mentali continue su questo e su quello. O non esageriamo, ci stanno anche figure imprenditorialemnte sane: ragazzi e ragazze che promuovono questo e smuovono quest'altro, ma poi vai a vedere nel sodo e vedi che è tutta una gran menata. Non stracapitemi, non parlo di soldi, quelli in parte sono anche bravi a farli, molti di loro sono dentro alle cose di oggi (tecnologie e vari) molto di più di quanto io potessi mai esserlo e di quanto io mi fossi mai proposto di esserlo alla loro età, ma quello di cui parlo non è il vile denaro, non è tantomeno il potere. Parlo di coerenza, di affrancamento dalle cazzate, dalle fighetterie e da quel continuo preoccuparsi del fuori e invece pochino del dentro. Certo, è anche un problema di sintonia con il proprio tempo e questo tempo è un tempo di povertà assoluta, di domande continue e di scarsa capacità di risposte.
Nel 1969, Grazia Nidasio (un'autrice che adoro per le sue opere a fumetti e per le sue vignette e illustrazioni e per la forza con cui porta avanti dei discorsi fuori tempo e al contempo perfettamente nel "proprio tempo") creò Valentina Mela Verde, un personaggio magnifico, generazionale, che nel parlare dei giovani e ai giovani, seppe proporre un linguaggio e a modo suo dare delle risposte a delle domande che i giovani di allora si ponevano.
Sul numero della rivista XL in edicola (aprile 2010), la Nidasio intervistata da Luca Raffaelli parlando dei tempi di oggi dice ricodando il suo lavoro sul Corriere dei Piccoli: ...(oggi) la realtà (è) troppo sfaccettata in un continuo divenire quasi inafferrabile. Questa frantumazione stimola rapidità e intuizioni mentali, ma lascia poco tempo per riflettere e questo spiega in parte certe difficoltà dei ragazzi (...), questa sorta di "adattamento sospeso". Raffaelli domanda: "Quanto sono cambiate le Valentine, oggi?" E la Nidasio risponde: "Le domande sarebbero certamente diverse ma anche loro avrebbero bisogno di risposte".
Sì forse è tutto un problema di domande mal poste e di incapacità nel dare risposte. Forse è tutto un problema di parlarsi, di ascoltarsi. Ma le bocche sono socchiuse e le orecchie coperte.