domenica 17 marzo 2013

Del troppo che resta...

"Certe volte ho paura sai, di non cambiare più..." lo scriveva Luca Carboni in una sua canzone di ormai troppi anni fa. L'album era Persone silenziose. E' questa anche la mia paura principale oggi. Non la paura di non cambiare in quanto umano esposto alla naturale e personale evoluzione/involuzione psicologica determinata dalla crescita, ma la paura che ciò che quotidianamente si definisce nel mondo esterno non possa più avere una seconda possibilità di riflessione sulle scelte fatte e da fare. La velocità e il dinamismo con cui la Storia si definisce, un minuto dopo l'altro, mi atterrisce alquanto. La Storia non riflette su se stessa, non si crea o determina criticamente. Le cose succedono, anche quanto potrebbero succedere meglio o con maggiore qualità. Si crea così non un nucleo indistinto di accadimenti, infine solo una raccolta di nozioni scarsamente approfondite; si crea un'enciclopedia, di quelle grandi e inutili che arredano i soggiorni o gli studi delle nostre case (delle nostre case di un tempo, più che di oggi). Non è un caso che oggi sia internet il luogo privilegiato della cultura di massa. Niente assomiglia di più della rete ad una enciclopedia; e non è un caso che wikipedia rappresenti la scatola dei desideri per ogni nostra fame di conoscenza. E' quello un mondo ampio, che perlopiù ci potrebbe anche bastare; è un universo autoreferenziale che esprime ogni cosa assecondando l'aspirazione alla non-fatica. Basta un clic! Un doppio clic! Strumenti perfetti per un processo di decadenza nella sinusoidale non linearità della crescita temporale della Storia umana. Mi ha fatto sorridere venire a sapere oggi che il titolo della 55° Mostra Internazionale d'Arte alla Biennale di Venezia in apertura nel giugno a venire sarà Il Palazzo Enciclopedico, dal sogno utopistico di Marino Auriti, targato 1955 (i curatori d'arte sono geniali nella conoscenza di sogni e utopie, enciclopedici appunto) di una torre di 700 metri di altezza dove racchiudere tutto lo scibile umano (se Auriti fosse nato più tardi, avrebbe di certo auspicato qualche metro in più!). Perfetta la scelta del curatore Massimiliano Gioni (39 anni, e già bendisposto alle enciclopedie), perfetta per cogliere il nostro tempo, dove ogni cosa si accavalla, si giustappone, senza regole e prevalenze: quale miglior occasione per la critica per evitare per l'ennesima volta un'assunzione di responsabilità! Quale migliore occasione per poter giustificare ogni scelta con l'intenzionalità della "non scelta". Tutto va bene, tutto funziona, tutto può essere spiegato, basta non spiegare! E' l'apatia del nostro tempo, è l'enciclopedia del soggiorno: ogni anno ti arriva un nuovo volume, lo metti in fondo agli altri e ti senti un uomo adeguato ai tempi. E' però una fortuna, oggi, che la Storia abbia scelto di far funzionare così le cose: non ci sono così problemi a far star dentro quanto ci circonda. Le parole con la "S", "S" come "Stupidità"; oppure i temini con la "I", "I" come "Indolenza"; e anche quelli con la "C", "C" come "Cavoli propri", quelli che ognuno di noi si fa in barba all'interesse comune. Tutto torna, insomma, linguaggi perfetti, personaggi pubblici perfetti, mostre perfette, senso di responsabilità perfetto, e il tutto raccolto nel brodo enciclopedico perfetto in cui puoi nuotare "a stile libero", oppure "a dorso", o "a rana", senza paura alcuna, tanto è vischioso (leggi, corruttibile o corrotto) e impalpabile (leggi, privo di spessore) il tutto.