giovedì 1 settembre 2011

Transiti e certezze

Il 31 agosto sono in visita alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. L'edizione numero 68 della sua storia. Quando vieni qui sai già che inseguirai le ombre di qualcuno. Chi ti passerà da lì a poco dinanzi non è che l'ombra di qualcuno, che sai nella vita forse non essere come ti appare o essere semplicemente la rappresentazione momentanea e pubblica di se stesso. Capita a tutti però di cercare di vendersi al meglio, di voler apparire oltre la propria essenza. In questo gioco di accettazioni reciproche decido di immergermi ancora. Inseguo le "star" e qui di certo, stavolta, non mancano. A margine del red carpet, nel solito casino infernale che lo contraddistingue, faccio la mia parte, ricerco l'autografo, scatto delle foto. Però non riesco a non guardare oltre la cosa. Scorgo così chi finge, chi si diverte, chi maschera tristezze o frustrazioni vere. Così prima di regalarvi alcune foto, vi dico solo che potrei raccontarvi di George Clooney che non riesce più a uscire dal suo personaggio, dal personaggio che tutti si aspettano intendo (nella foto sopra lo vedete mentre mi firma l'autografo, zittendo al posto mio un ragazzo tedesco che stava andando un pò in escandescenza da fan); potrei dirvi la sensazione di malinconia che mi trasmette il volto di Cindy Crawford, quel volto che è sostato così tanto nei miei calendari di studente e che ha perso ora qualcosa del fascino androgino immortalato dall'arte di Helmut Newton; potrei sottolinearvi l'algida bellezza della bionda Evan Rachel Wood, che decide di scansare la foto che gli porgo, per sceglierne un'altra da autografare; Philip Seymour Hoffman sa di non poter giocare la carta della bellezza, ma è consapevole della sua bravura d'attore e firma i suoi autografi con distacco calcolato: è l'amico che fa sempre la battuta, e tu a quella ridi solo per accontentarlo.Vi narro quindi di quella che è una grandissima attrice, quella che è destinata a restare soltanto e per tutti l'attrice non-protagonista per eccellenza: lei lo sa e, quando la gente la chiama, evita compiaciuta di concedersi; infine lo fa (per poco), ma solo perché non può sottrarsi. Lei è Marisa Tomei, mio idolo di sempre per il suo ruolo di fidanzata di Joe Pesci in Mio cugino Vincenzo, del 1992. E', ancora oggi, con i suoi 47 anni, la più bella di tutte, e, nonostante la sua superba ritrosia, non ce ne sta per nessuna. Infine vi racconto, come già vi dissi un anno fa, che ciò che poi ti toglie il fiato non è il tacco dell'attrice bionda o il sorriso di quella mora, nè la verve dell'attore di turno. Tutto ciò passa. Ma la laguna di notte, poco prima che tramonti definitivamente il sole, e quella sua sublime pacatezza, invece, resta perfetta ed eterna.